Mente sapendo di mentire?

Post n° 3 - 08 marzo 2019

Mi tocca fare debunk di un video apparso sul canale Byoblu. Sovranista di turno: Alberto Micalizzi. Cominciamo a scorrere i grafici e a vedere quello che non torna. Primo grafico. Vi hanno sempre raccontato del debito pubblico? Ma no. Quello che conta è il debito pubblico + il debito privato. Come dire: hai un debito che non riesci a ripagare? Beh, mettiamoci anche il mio (che non c’è perché non ho debiti) così lo dimezziamo con un gioco di prestigio.

Debito aggregato Italia, Francia, Cina, Giappone

Qui però la questione è tecnica. Da dove vengono presi i dati? Cosa si intende per "D Pubbl"? A qualcuno risulta che il debito pubblico dell’Italia sia al 151% del PIL? A qualcuno risulta che il debito francese sia al 112% sul PIL? Cosa è stato aggiunto?

Debito Italia e Francia

Bene andiamo a vedere allora il debito privato italiano. E per farlo mi collego al sito dell’Eurostat.

Debito Privato Unione Europea

Che strano, un'altra bugia. Nel 2017 il debito privato dell’Italia (imprese non finanziarie più famiglie) è al 110%, Francia 148% (qui leggo 192%), Cina e Giappone non so, ma tanto basta per darmi l’idea che questa grafico è carta straccia. Infatti a casa mia 132 + 110 fa quasi lo stesso di 97 + 148. Passiamo oltre.

Nuovo grafico e nuova menzogna. Tesi: i cattivi giornalisti italiani vogliono farci credere che c’è una contrazione della produzione in Italia. E ci mettono paura con grafici di questo tipo.

Contrazione della produzione in Italia (fake)

Ma com’è che se vado sullo stesso sito trovo tutt’altri dati?

Produzione Italia (tradingeconomics)

Produzione Italia

Difficile orientarsi in questo marasma. Procediamo.

PIL pro capite Italia vs Corea del Sud. Il super esperto di bufale ci dice che è uscita la notizia che ci hanno superato. E di nuovo un grafico, questa volta senza fonte. Preambolo; gentili sovranisti decidete: o la produzione industriale cresce e quindi siamo bravi o il PIL decresce e quindi non siamo bravi. Si chiama principio di non contraddizione. Non puoi dire al tempo stesso che una cosa è e non è.

PIL pro capite fake

Come mai se vado a cercare questa notizia non la trovo? Come mai il sito di google mi dà dati totalmente differenti?

PIL Pro Capite Italia Spagna Corea del Sud

Pil Pro Capite Italia, Spagna, Corea del Sud

Ho aggiunto la Spagna, giusto per far notare che non sono solo i paesi dell’estremo oriente che ci stanno raggiungendo ma anche quelli che sono entrati nel temibile Euro insieme a noi. Ma la sostanza non cambia. Siamo alla balla numero 3.

Insiste e tira dentro a questa panzana del PIL pro capite, paesi come Turchia e Canada dicendo che anche questi paesi oramai ci hanno praticamente raggiunto. Ecco il grafico: giudicate voi.

PIL Pro capite Italia Canada Turchia

Pil Pro Capite Italia, Canada, Turchia

Per conto mio temo che il ragazzo sia ancora un po’ confuso dallo shock giudiziario che gli è piombato addosso.

Passiamo alla spesa pubblica. Avviso ai naviganti. Se volete far vedere che il vostro paese spende poco confrontatelo con la Francia e tenete nascosti altri paesi. La Francia storicamente ha una spesa pubblica molto alta. E, a differenza nostra, ha una burocrazia molto più efficiente. Ma non lo prenderei come esempio di paese che cresce più di altri.

Spesa pubblica Francia Italia Germania

Com’è che la Spagna fa concorrenza sulla spesa alla Germania e cresce a ritmi che noi manco ci sogniamo? La buona notizia è che quantomeno i dati sembrano essere corretti. Piccolo consiglio: la prossima volta escluda la spesa per interessi.

Spesa pubblica Francia Italia Germania Spagna

Fate un gioco per conto vostro, provate ad aggiungere a questo grafico altri paesi. Sopra l’Italia troverete poca roba (Belgio e Svezia).

Ameco Database - General Government (series UUTGI)

Altra scemenza è l’idea che il debito sia stato spostato dalle mani degli italiani a quelle degli stranieri, come se a noi italiani fosse impedito di acquistare i titoli di stato. Ma se gli italiani le obbligazioni dello stato non le comperano direttamente che vuoi dirgli? Evidentemente siamo i primi a non fidarci del nostro stato visto che lo conosciamo meglio di altri.

Ad un certo punto viene fatto un discorso assurdo sul fatto che nel 2011 la componente estera del nostro debito era molto alta e questo avrebbe fatto sì che le agenzie di rating potessero dare un giudizio negativo del nostro debito perché non era nelle mani degli italiani. La verità è che dal 2011 molti stranieri sono scappati dal nostro debito. Siamo passati dal 27% del 1999 al 40% del 2011, al 32% del 2018.

Altro delirio l’idea che qualcuno vada in giro a dire che lo spread fa salire la rata del mutuo. Nessun economista serio direbbe questo. Quello che sale è lo spread applicato dalle banche agli indici utilizzati per stabilire il tasso finale dei nuovi mutui. Mi spiego meglio. L’IRS a 30 anni (indice utilizzato per i mutui a tasso fisso) vale circa 1,5%. La banca quando eroga il mutuo aggiunge un 1% all’IRS (si chiama anche questo spread) per arrivare ad un tasso finale del 2,5%. Sale lo spread tra BTP e BUND, l’IRS rimane all’1,5% ma lo spread applicato dalla banca passa da 1% a 1,2%. Tasso finale: 2,7%. È chiaro? O pensiamo che dal 2019 nessuno chiederà più un mutuo? Quindi, basta raccontare la balla che il costo del mutuo non dipende dallo spread. Il costo dei mutui da erogare dipende anche dallo spread. Il costo dei mutui già erogati no. Basta guardare il tasso applicato da Intesa a ottobre 2018 e quello applicato oggi.

Altra balla: nelle aste dei titoli di stato, la richiesta è sempre più alta della domanda. Avete mai visto un’asta nella quale si presenta solo quello che vince? Cosa succederebbe? Che il vincitore si porterebbe a casa l’oggetto dell’asta al prezzo minimo. Essendo un’asta è evidente che qualcuno vince (chi offre di più) e qualcuno perde (chi offre di meno). Il problema è quando quelli che vincono staccano un prezzo meno vantaggioso per lo stato (cosa che succede quando si alza lo spread). E ancora peggio se si presentassero per troppo tempo meno richiedenti rispetto alla quantità offerta.

Concludiamo con il grafico della ricchezza liquida, altro best seller dei sovranisti. Ricchezza delle famiglie 4 miliardi di euro. Tanto basta per ripagare l’intero debito pubblico e ce ne avanza. Ma vediamo un po’ in dettaglio. Chi non ama la logica può smettere di leggere.

Portafoglio degli italiani

Partiamo dagli azionisti (23%). Facciamo finta che 100 miliardi li prendiamo da loro (o meglio li convinciamo a trasformare 100 miliardi in azioni in 100 miliardi in titoli di stato). Per far questo chi li possiede li deve vendere e chi ha soldi cash li deve acquistare. Quindi il gruppo A vende al gruppo B, 100 miliardi di azioni, il conto corrente del gruppo B si abbassa di cento miliardi quello del gruppo A aumenta di 100 miliardi. Il gruppo A con i 100 miliardi acquisiti compera titoli di stato dal gruppo C. Risultato: il conto corrente del gruppo C aumenta di 100 miliardi, quello del gruppo A diminuisce di 100 miliardi. Si chiama partita di giro. Non cambia nulla! Ci sono poi le riserve assicurative, i conti correnti e qualcos’altro. Partiamo dalle riserve assicurative. Dentro ci saranno polizze vita, contratti di previdenza integrativa, parte dei quali sono già investiti in titoli di stato. Dismetterli significa rinunciare a tutti i piani di accumulo e risparmio che si sono sottoscritti con le assicurazioni e ovviamente mandare in banca rotta le assicurazioni stesse per ottenere un risultato parziale perché per restituire i soldi le assicurazioni dovrebbero disinvestire anche gli stessi titoli italiani. Passiamo ai conti correnti. Di certo non possiamo pensare di prosciugarli. Una delle funzioni principali dei soldi che teniamo sul conto corrente infatti è quella di gestire le transazioni quotidiane (spesa, bollette, mutuo, vacanze, etc.). Quel gruzzolo di circa un miliardo continua a spostarsi da una banca all’altra, è quello che fa andare avanti l’economia che è per l’appunto fatta di transazioni. Inoltre quei soldi le banche li utilizzano per far prestiti e per comperare titoli di stato. Quindi smobilitarli significherebbe fare una semplice partita di giro (già visto nell’esempio della vendita di azioni). L’operazione avrebbe senso solo se a vendere i titoli di stato fossero gli stranieri. Se fossero gli italiani (incluse le banche) sarebbe un semplice trasferimento dell’asset titolo di stato dall’attivo di una banca all’attivo di un cittadino. Ora, quando compero un titolo di stato non credo sia possibile dire “compro solo se il venditore è straniero” altrimenti il prezzo del titolo salirebbe per i titoli venduti dagli stranieri e scenderebbe per quelli venduti dagli italiani. Inoltre equivarrebbe a spostare un ingente ammontare di liquidità dai conti correnti italiani a quelli stranieri in favore di un aumento dei titoli di stato detenuti da privati cittadini. Funziona? Siamo sicuri?

Da ultimo, e questa è la cosa più importante, la compravendita dei titoli di stato è un’operazione a mercato libero, altrimenti si chiama esproprio. Devi quindi convincere gli italiani a comperare titoli di stato e gli stranieri a venderli. Personalmente vado a vendere quel poco che ancora ho in titoli di stato. Sia mai che i cialtroni facciano saltare il banco.