La farsa dei Minibot

Post n° 8 - 01 giugno 2019

Dopo la votazione all’unanimità della mozione che promuove l’introduzione dei minibot è partita una canea sui social. L’opposizione che si giustifica come ai tempi della mancata legge sul conflitto di interessi (“non ce ne siamo accorti”). La maggioranza che ha messo un nuovo tassello sulla strada dell’illusionismo popolare. La probabilità che faranno i minibot è vicina allo zero; quella che daranno la colpa all’Europa per non averli potuti fare, vicina al 100%.

Vediamo se un non-esperto di economia può arrivare a dire, con una semplice calcolatrice, che i minibot sono una farsa.

Dicono: abbiamo un tot di soggetti ai quali lo stato deve 70 miliardi. Bene. Analizziamo, ragionando un po’, come potremmo ripagare questo debito. Abbiamo a disposizione tre opzioni:

Per fortuna ci hanno pensato i nostri eroi che si sono inventanti un nuovo metodo. I minibot. Come funzionano.

Lo stato stampa dei foglietti di carta che assomigliano a delle banconote; così ci abituiamo ad una valuta che non sia l’Euro. Questi foglietti sembrano titoli di stato ma non valgono nulla, zero, nisba, nada. Semplicemente sono dei bonus fiscali. Cioè li posso usare al posto degli Euro per pagare le imposte.

Questi foglietti vengono dati ai soggetti che vantano un credito verso lo stato al posto degli Euro. Possono essere usati per pagare le tasse future. Significa che possono essere trasformati in soldi veri. Infatti se devo allo stato 100 Euro ma pago con carta carbone ho risparmiato 100 Euro.

Ora, il bello di questa genialata è che chi possiede minibot li può vendere, cioè può vendere un bonus fiscale in cambio di Euro veri. Ma chi li comprerebbe? Solo coloro che li dovessero pagare meno. Se io compro 1000 Euro di bonus fiscale a 900 Euro, quando pagherò le tasse consegnerò i minibot pagati 900 Euro e avrò risparmiato 1000 Euro di tasse. Guadagno: 100 Euro. Ma chi è interessato a vendere un minibot dal valore di 1000 a 900? Credo solo queste categorie di persone:

C’è un'altra fattispecie che è lo scambio di minibot. Supponiamo ad esempio che una società che vanta un credito con lo stato, ha a sua volta un debito verso un fornitore. In questo caso lo stato paga il suo debito con i minibot, la società tenterà in cascata di pagare il proprio debito sempre in minibot. L’ultimo soggetto della catena avrebbe tutto l’interesse (se paga le tasse) a ricevere minibot, se sapesse di non avere molte alternative. Potrebbe però chiedere uno sconto al proprio debitore (accetto i tuoi minibot ma mi dai il 5% in più).

Allora proviamo a immaginarci un po’ il giro. Le aziende xyz ricevono a compensazione dei loro crediti 70 miliardi. La metà di queste non lavorano più quindi non se ne fanno nulla di questi bonus fiscali. Li vendono al costo di 30 miliardi ai signori XYZ.

Al momento di pagare le tasse la metà delle aziende xyz pagherà in minibot, l’altra metà non pagherà nulla, i signori XYZ pagheranno anch’essi con i minibot.

Ogni anno, vuoto per pieno, lo stato riceve dai propri cittadini circa 700 miliardi di Euro in tasse. Questi soldi vengono usati per far fronte alle spese pubbliche: interessi sul debito, strade, ponti, pensioni, istruzione, dipendenti pubblici, etc. Se xyz e XYZ pagano le tasse con i minibot, significa che lo stato riceverà 70 milardi in meno. Non importa quanti e quali giri hanno fatto i minibot. Prima o poi torneranno allo stato, magari non tutti insieme ma qui semplifichiamo. Lo stato riceve.

€ 700 – € 70 = € 630

Avrà quindi solo 630 Euro da poter spendere per far fronte alle spese al posto di 700. E i 70 miliardi che mancano dove sono finiti?

Insomma lo stato si è spogliato di 70 miliardi per darli un po’ in giro e sdebitarsi. Quindi deve necessariamente fare una delle seguenti tre cose:

Come si chiamava quel gioco dove finivi su una casella e c’era scritto sopra: vai alla partenza! Ah sì. Il Gioco dell’Oca.

C’è però un’alternativa, diranno i nostri eroi. Se lo stato riceve minibot al posto di Euro pagherà minbot al posto di Euro. Di certo non gli F35 e nemmeno gli interessi sul debito. Potrebbe pagare le pensioni o gli infermieri o i giudici. Eroga bonus fiscali al posto di Euro (ammesso che possa farlo, cosa di cui dubito fortemente). Cosa se ne fa un pensionato dei bonus fiscali? Ci sono diverse ipotesi.

A questa obiezione i nostri eroi tirano fuori il più classico dei teoremi. Se i minibot circolano come moneta alternativa la crescita ripagherà l’ammanco. E se non fosse così? Poco male, aumentiamo il debito. Quello lo sappiamo fare, molto bene. È dalla metà degli anni 60 che, a parte qualche eccezione, chiediamo più soldi in prestito di quelli che produciamo con la crescita.

Debito/PIL Italia

Insomma, l’idea dei minibot è il classico tentativo di inventarsi una nuova moneta tipico dei paesi del sud America (quelli che noi non siamo come loro). La scusa del credito fiscale è solo per cercare di dargli lustro, valore, affermazione. Per fare in modo che la gente la accetti come moneta di scambio. Un po’ come i buoni pasto. Il fatto che siano accettati da molti esercizi gli dà dignità di moneta. Molti mangiano pane e mortadella e utilizzano i ticket per fare la spesa. Ma da qui al fatto di accettarli come parte del salario o come strumento finanziario ce ne passa. Immaginate se un’azienda pagasse un dipendente in parte con buoni pasto (da qualche parte sono convinto che succede). A me non starebbe bene e non credo sarebbe molto legale.

Di questo passo torneremo al baratto.